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Sull'omofobia


Omofobia nella sua accezione originaria indica la paura irrazionale propria degli eterosessuali, di trovarsi in presenza di omosessuali e comprende tutte quelle reazioni di avversione e discriminazione nei loro confronti che hanno origine nel pregiudizio.

Che cosa succede nel mio lavoro?

Da me arrivano spesso ragazzi che subiscono pregiudizi nel momento in cui esprimono il loro orientamento sessuale, per non parlare del bullismo e cyberbullismo omofobico.

Arrivano persone che non si sentono accettate.

Persone di tutte le età, che si chiudono a riccio per paura ( e a volte purtroppo la certezza) di non essere accettate.

Quello su cui vorrei farvi riflettere è proprio questo:

come ti sentiresti tu, se non fossi accettato?

O meglio, come ti senti tu quando non vieni accettato?

Come ti sentiresti tu, all'interno di un'etichetta precostituita che probabilmente non dice davvero nulla della persona che sei?

Queste sono le domande da porci per far sì che la giornata internazionale contro l'omofobia non sia solo domani, venerdì 17 maggio, ma che dia degli stimoli da applicare tutti i giorni alla nostra vita.

Vorrei anche che tenessimo presente dei dati storici:

"Prima e durante la maggior parte del ventesimo secolo,

lo standard comune in ambito psicologico era quello di considerare l'omosessualità come una vera e propria "malattia mentale".

Dagli anni '70 del '900 il consenso delle scienze comportamentali e sociali e delle professioni medico-sanitarie e di salute mentale a livello globale è che l'omosessualità sia una variante sana/naturale dell'orientamento sessuale umano.

Non torniamo indietro, andiamo avanti, giusto?

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