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Edward mani di forbice: il diverso


Da oggi partirà una serie di articoli che riguardano il film "Edward mani di forbice" (1990), di uno dei miei registi preferiti in assoluto, Tim Burton.

Ho identificato dei temi estremamente importanti e ho deciso di analizzarli dedicando a ciascuno di essi uno spazio esclusivo.

Non sarà possibile che vi sveli troppo del film, credetemi.

Il cosidetto "spoiler" non è affatto assicurato: ogni volta che guarderete questa splendida favola moderna troverete elementi nuovi e diversi, sfaccettature e dettagli estremamente raffinati con cui identificarvi o che riconoscerete nel mondo che vi circonda.

Quest'opera è la rappresentazione ironica e ancor più sardonica della nostra società.

Insomma, é un film sempre spaventosamente attuale.

Il tema da cui partiremo riguarda l'accettazione del diverso e il lasciare da parte i possibili pregiudizi.

Il film inizia con la vita di Peggy, la cui identità è definita dall'essere una presentatrice Avon in primis, moglie e madre. Ed ecco affacciarsi il primo paradosso: Peggy è svalutata da tutti in città, viene infatti derisa perfino dai bambini mentre bussa alle porte con la sua valigia Avon. Eppure è proprio lei a dimostrare una sensibilità nuova e differente, una tolleranza ed una generosità che le consentono di andare oltre le formalità ed il perbenismo che permea il luogo in cui vive. La sua curiosità la porterà a raggiungere il castello dove Edward vive confinato e isolato dal resto del mondo in una condizione in cui il contatto umano non esiste e la sua consapevolezza della realtà è nulla.

Quando Peggy lo porta nel mondo egli è come un bambino innocente che non ha gli strumenti per valutare le situazioni né le persone che lo circondano, e per questo nonostante le prime paure ripone fiducia in chiunque gli si avvicini.

Peggy non è immune all'ambiente in cui vive. Tenta ripetutamente e con tutte le tecniche che conosce di rendere presentabile e in questo modo accettabile Edward. Per quanto ci sia di base la sua generosità, compare anche una sua necessità di compiacere i vicini e nell'esigenza di presentare Edward come meno mostro e più umano.

Tuttavia, ciò che di Peggy colpisce di più è certamente il messaggio di amore incondizionato che riesce a veicolare con immensa dolcezza attraverso le sue genuinamente sentite attenzioni.

Quando Edward arriva in città emerge la paura del diverso: quando qualcosa o qualcuno è fuori da determinati standard, fa paura.

E' proprio la paura del diverso che porta a giudicare e anche ad aggredire.

Per paura, invece che abbracciare il diverso, ad alcuni sembra più semplice escluderlo ed eliminarlo. Anche a prezzo di non poter conoscere le grandi ricchezze dell'incontro con chi è differente da noi.

Vorrei concludere con il messaggio del personaggio di Peggy, un messaggio che testimonia la sua apertura mentale e l'inestimabile generosità si rivelano nell'insegnamento che ripete implicitamente ad Edward:

"Non credere a chi ti dice che sei strano... Tu sei speciale."

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