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Sottili rivalità


Maria* poche settimane fa è arrivata nel mio studio piuttosto scossa.

Mi ha raccontato di quanto si fosse sentita ferita per l'atteggiamento di una conoscente, che le aveva riproposto per conto terzi dei commenti poco edificanti e costruttivi sulla sua immagine corporea. Durante una passeggiata insieme infatti, la donna si era premurata di esporre prontamente gli epiteti negativi a suo parere riferiti proprio a Maria ad opera di alcuni passanti. Sentendosi criticata sulla generosità del suo aspetto fisico in modo molto poco velato, più che dagli uomini proprio da colei con con tanta soddisfazione si era precipitata a riferirglieli, Maria si era chiusa in sé stessa e rimuginava sui commenti che le erano stati fatti. Covava più che altro una buona dose di risentimento per la donna che le aveva rimandato un'immagine così negativa di sé, oltre che per il fatto di non aver avuto una risposta adeguata al momento giusto. Col senno di poi infatti sembrava sapere perfettamente che cosa avrebbe voluto dirle: tutte cose, le ho fatto notare durante il nostro incontro, guidate da una rabbia molto simile a quella che sicuramente apparteneva anche alla sua conoscente.

Veleno puro tra donne.

E' da ciò che è accaduto a Maria che ho iniziato a riflettere sulla rivalità fra donne in particolare per quanto riguarda l'apparenza, e su come spesso si attuino delle dinamiche passivo aggressive che possono generare emozioni negative e avere anche conseguenze più gravi. Mi spiego meglio: la reazione di rabbia di Maria ci dice qualche cosa sulla sua voglia di reagire alla situazione negativa che ha esperito. Viceversa, un'altra ragazza avrebbe potuto reagire elaborando tali commenti mettendosi a dieta ferrea fino a forse minare la sua salute fisica. Più di qualche volta ho visto succedere anche questo.

Perché allora alcune donne comunicano in questo modo?

La scienza ci parla di un fattore fondamentale per comprendere questo modo di agire.

Si tratta di un fattore psicologico: colei che sente e agisce la rivalità, spesso non crede che le sue abilità la porteranno al successo (sia esso in amicizia, amore o lavoro), e per questo si focalizza su quelle donne che percepisce come una minaccia o un ostacolo.

Emerge un'ampia area di insicurezze personali oltre che un locus of control esterno.

Ricordiamoci che il locus of control interno è proprio di quegli individui che sentono di poter controllare le loro vite, mentre il locus of control esterno è proprio di coloro che credono che le loro decisioni di vita dipendano da fattori esterni (compresi anche il destino e le fatalità) e dunque che non possono controllare.

Dunque possiamo comprendere come una mancanza di autostima, sommata con la convizione di non poter agire sul mondo, portino un determinato tipo di persone, e in questo caso di donne, a preferire un'azione di attacco verso le persone che percepiscono come minacciose.

Consigli?

1. Vivere la competizione in maniera sana: è naturale essere competitive, specialmente se, ad esempio, si è molto ambiziose. Non c'è nulla da nascondere, anche perché il rischio è quello che si inneschino sentimenti di invidia e atteggiamenti passivo aggressivi (ovvero atteggiamenti di ostilità mascherati) mentre è molto meglio essere dirette, autentiche e spontanee.

2. Impariamo a rimuginare e a farci condizionare meno da ciò che possono pensare gli altri di noi, perché anche questi ragionamenti sono quelli che ci portano a formulare noi per prime dei giudizi che ci influenzano nell'incontro con l'altro.

Questa volta nella figura ho scelto di scrivere la risposta che Maria avrebbe dato a posteriori: mi ha spiegato che è una frase che ha letto da qualche parte (e che con grande soddisfazione sono riuscita a trovare, è di Miya Yamanouchi). La sua "risposta postuma" immaginata e discussa in terapia come frutto dell'elaborazione di quel veleno e di quella rabbia di cui vi ho parlato in precedenza, parla di una Maria diversa, che non si lascia scalfire dai commenti ma che sta diventando sempre più consapevole della bellissima persona che é.

* n.d.r. nome fittizio

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