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Innamorarsi di...


I miei interessi e le mie esperienze lavorative mi portano spesso a studiare l'amore e il suo evolversi.

Oggi vorrei iniziare a vedere insieme alcune distinzioni fondamentali.

Vorrei mettere i puntini sulle i sulle definizioni di amore, desiderio e dipendenza. Per farlo come vedremo sono necessari alcuni riferimenti alla psicobiologia.

Il presupposto iniziale da cui può nascere una relazione è certamente una prima attrazione. Viene spesso chiamata "chimica" per un motivo scientificamente fondato. E' infatti un tipo di attrazione guidata e dominata da neurotrasmettitori e ormoni

che fanno sì che ci si sviluppi un forte desiderio.

Quando si tratta di mero desiderio fine a se stesso

il focus principale è l'aspetto sessuale:

non si vuole parlare dei problemi di vita quotidiana,

si vuole anzi evitare qualsiasi collegamento con la stessa.

In questo caso la relazione inizia e termina nella relazione sessuale.

Il sesso, del resto, fa sì che i neurotrasmettitori rilascino l'ossitocina,

che ci fa percepire di voler stabilizzare la relazione con il partner.

Ci si riferisce all'ossitocina anche come all'"ormone dell'amore", ed è il medesimo che viene rilasciato in gravidanza.

Anche in una relazione che inizia e finisce con il sesso dunque, l'ossitocina farà capolino.

E' proprio questo punto che arriva l'impasse:

i neurotrasmettitori, il nostro personale stile di attaccamento e il modo peculiare in cui funziona la nostra mente,

possono concorrere nello sviluppo di una dipendenza dalla storia d'amore,

che presenterà delle emozioni molto vicine a quelle che si provano quando ci si innamora. Da cosa possiamo capire che non è proprio amore?

E' molto utile ascoltare le proprie emozioni: se sono negative o spiacevoli,

alzate le antenne.

Le nostre stesse emozioni possono indicarci se siamo innamorati dell'amore

o se siamo davvero innamorati della persona.

Nel prossimo articolo vedremo ulteriori aspetti che caratterizzano l'amore,

e aspetti che non lo riguardano affatto.

*(Lancer, 2016)

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