Dipendenze e pensieri...
In questo articolo, dato il gran numero dei casi di dipendenza
(intesa in senso ampio, dalla dipendenza affettiva, alla dipendenza da gioco, da sostanze, pornodipendenza e così via), lo scopo è per me quello di dare delle prospettive ai familiari per meglio comprendere un comportamento che dall'esterno risulta incomprensibile. Spesso la dipendenza viene vista come una "scelta", non tenendo presente che intervengono meccanismi
psicologici importanti che innescano un circolo vizioso dal quale è davvero difficile uscire da soli.
Il più delle volte chi sviluppa una dipendenza da qualcosa (o qualcuno) lo fa per uscire da una qualche "prigione" mentale.
Inizialmente è un modo dunque per sfuggire a determinate situazioni o dinamiche.
Insomma, nel tentativo di uscire da una gabbia, ne creaiamo una ancora più sofisticata.
Purtroppo uscire da una dipendenza non è il risultato della sola forza di volontà. Il mito più grande è che basti interrompere un determinato comportamento per far sì che la dipendenza scompaia, come per magia.
Non è assolutamente così, infatti la componente psicologica è preponderante, e il lavoro in terapia è quello di portare alla luce quei meccanismi e pensieri che hanno portato la persona verso quella particolare dipendenza.
Spesso tutto parte da quel piccolo grande nemico interno che ognuno di noi ha e dovrebbe conoscere. E' quella voce negativa che ci critica e ci limita, a volte fino all'autodistruzione. E' quella stessa voce che non fa altro che mantenere e rinforzare un'immagine negativa di noi stessi, e dunque fa persistere anche una bassa considerazione di sè e rinforza a sua volta la dipendenza.
Tenendo in considerazione tutto questo, credo sia importante mantenere un clima di supporto e tolleranza, né più né meno di come si farebbe per una persona con un problema.
Una dipendenza è un grosso disagio sia per chi ne soffre sia per i familiari, e come tale va affrontato passo dopo passo, soprattutto bisogna tener presente che per una persona con una dipendenza è spesso più difficile che per altri l'essere costanti in un percorso terapeutico. Il supporto dei familiari può far sì che la persona sia più costante e, sentendosi supportata realmente, si impegni con determinazione nel lavoro su di sé.