Come risolviamo il ricatto emotivo?
- Dott.ssa Alessia Frasson
- 2 nov 2017
- Tempo di lettura: 1 min

Prima di giungere alle soluzioni, ricapitoliamo i punti chiave per comprendere ed identificare un ricatto emotivo.
Abbiamo compreso come il ricatto emotivo
sia dettato da un bisogno di controllare e manipolare le situazioni o l'altro
che spesso indica un'eccessiva dipendenza.
La persona che subisce il ricatto invece, spesso è addirittura abituata
a sottostare a tali dinamiche negative.
La sensazione è di essere costantemente dominati, attaccati, intimiditi e manipolati. Si vive in difensiva.
Tali comportamenti rendono una relazione poco sana:
troppe richieste, troppe discussioni, troppe minacce.
Imparare a proteggersi da questi ricatti emotivi è vitale. Ma come?
Innanzitutto, chi subisce un ricatto emotivo sta permettendo all'altro di ricattarlo e collabora attivamente nel perpetuare un circolo vizioso di emozioni negative.
Allora la decisione di non sottostare più alle decisioni altrui
e di riguadagnare il personale potere decisionale senza dover temere la rabbia o il dolore dell'altro, può realmente rompere una routine fatta di ostilità.
Restare fermi su una posizione a volte è davvero importante.
Anche chi ricatta ha un grosso lavoro personale di fronte a sé.
In questo caso sono spesso presenti grandi insicurezze
che portano con sé ansia.
Ansia di controllare, ansia di dominare per monitorare la frustrazione.
Allora comprendere come mai si è insicuri e si ha bisogno
di un controllo sull'altro è importante per stare meglio.
Se si ha la sensazione di essere in uno di questi due ruoli,
un buon lavoro su sé stessi non può che fare bene
e aiutare a ripristinare relazioni esistenti
così come a vivere in maniera piena e consapevole
tutto ciò che il futuro riserva.
Buongiorno, in un rapporto di amicizia frasi come “se sei davvero mia amica, come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo, pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti, ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto” sentir dire “non meriti altre risposte” … e simili come possono considerati?
Precisando che questo avveniva sempre quando cercavo di dire cosa non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me, e asseriva di voler io facessi altrettanto.